Il Polo 79 di Piaget segna il ritorno di uno degli orologi più in voga degli anni ’80. Un orologio che ha segnato un’epoca e che i collezionisti chiedevano da tanti anni. Siamo stati a Gstaad, tra le montagne della svizzera tedesca, per l’anteprima mondiale di questo lancio e non vediamo l’ora di mostrarvi l’orologio.
I social media ci hanno portato a vedere sempre le stesse cose, gli stessi orologi, le stesse storie, niente di nuovo. Adesso però la riscoperta dei vintage di Piaget ha finalmente posto fine a quella noia, ora c’è tanto di nuovo da scoprire.
Piaget è uno dei marchi di orologi più popolari di sempre, nessun altro marchio poteva essergli paragonato negli anni ’80, per questo è considerato il re del jet set. Yves Piaget è stato un grande visionario che comprendeva il valore delle relazioni. Proprio per questo motivo ebbe l’intuizione geniale per cui l’orologio non doveva essere visto come mero oggetto da acquistare, ma come un modo per accedere a qualcosa di molto esclusivo. Ed è così che nasce Piaget Society a Gstaad in quegli anni.
Piaget ha una storia enorme e ancora sconosciuta a molti, quindi è giunto il momento di scoprirla e trasmetterla alle nuove generazioni. A parte la prospettiva storica che è molto importante, gli aspetti affascinanti di Piaget sono infiniti. I colori sono sorprendenti, molti pezzi non si assomigliano mai e c’è tanta innovazione dal punto di vista meccanico. Polo è un orologio per distinguersi.
La cosa curiosa è che, come vi raccontavamo nel nostro viaggio incredibile nella manifattura Piaget, prima del Polo tutti gli orologi creati non avevano un nome. Una produzione ricchissima e diversissima di orologi, senza alcun nome per distinguere le collezioni, i modelli… Pazzesco!
Una volta fatte queste piccole premesse, entriamo subito nel vivo dell’articolo.
Per la produzione del nuovo Polo 79 Piaget ha fatto diversi upgrade rispetto all’orologio originale: nelle dimensioni, nel bracciale e nel meccanismo.
Il nuovo Polo 79 misura 38 mm, rispetto ai 34 mm della versione maschile al quarzo. Trattandosi di una riedizione, molti pensano che Piaget avrebbe dovuto mantenere le proporzioni originali. Allo stesso tempo, da quegli anni ad oggi il mercato è cambiato infinitamente e seppur amanti delle dimensioni contenute, 34 millimetri pensiamo possa essere una misura riduttiva per una clientela come quella di oggi.
Secondo noi il Polo deve avere una certa presenza al polso, è un must. Questa scelta fa sì che emergano sempre di più le linee del bracciale integrato, che inizia dalla chiusura, fino ad arrivare al quadrante. Inoltre c’è da dire che 38 mm è ancora una misura perfettamente contenuta adatta a vestire pressoché qualsiasi polso.
Un altro upgrade è stato nel bracciale. Nonostante abbia le linee e la costruzione originale, la riedizione è dotata di una deployante a farfalla. I primi modelli avevano invece una chiusura differente, molto più simile a quella dei gioielli e molto meno pratica.
Nel calibro è stato fatto un altro importante upgrade. Il Polo nasce in due forme differenti, quello squadrato e quello tondo, ma entrambi con meccanismo al quarzo (il 7P), ad esclusione di alcuni rarissimi modelli automatici. Per il Polo 79, Piaget ha scelto il calibro 1200.1P con microrotore, che è l’erede moderno del 12P, che all’epoca era l’automatico più sottile al mondo.
Il peso è di circa 200 grammi, rispetto ai 120 grammi approssimativi dei modelli vintage. Questo ovviamente è dovuto alla grandezza maggiorata di cui parlavamo prima.
Da quanto riportato, non si tratta di un’edizione limitata ma una produzione limitata. Il vero highlight? Gli acquirenti del nuovo Polo 79 riceveranno un bomber Piaget ispirato a quello usato negli anni ’80 da Ursula Andress insieme a Yves Piaget.
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